la XII Disposizione Finale della Costituzione
La Costituzione Italiana si chiude con Diciotto Disposizioni, alcune di carattere transitorio, poichè rivolte a disciplinare particolari profili del passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento repubblicano (ad esempio la I e la VI Disposizione); altre invece finali, destinate cioè a “chiudere” la complessiva disciplina di rango costituzionale (ad es., la XII, la XIII e la XIV Disp.).
La XII Disposizione Finale così recita:
“E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
In deroga all’Art. 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.”
Orbene, per quanto sopra, non può ritenersi una semplice “boutade” l’iniziativa di cinque parlamentari del PdL che con un disegno di legge costituzionale presentato il 29 marzo scorso, nel quale si prefigura l’abolizione di tale Disposizione Finale, intendono di fatto consentire la riorganizzazione del disciolto Partito fascista, ignorando a bella posta il principio secondo il quale l’Antifascismo è il presupposto politico che informa tutta la Carta Costituzionale.
Questo tentativo, che da alcuni è stato ritenuto non più che uno scherzo goliardico, è invece l’ennesimo campanello di allarme che suona in una stanca democrazia, distratta da altre urgenti necessità che non siano quelle legate agli interessi personali del Presidente del Consiglio.
La vicenda è drammaticamente grave in sè, e non si può buttarla in burla o, peggio, ignorarla come fosse frutto di una isolata e sparuta minoranza di buontemponi, a caccia di utili distrazioni.
Mai, nella storia della Repubblica, si era arrivati a tanto: viene violentato il principio stesso di Libertà di cui è intrisa tutta la Carta.
Vale allora rammentare anche la L. 20 giugno 1952, n. 645, “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione” riproducendone di seguito il primo articolo:
“1. Riorganizzazione del disciolto partito fascista.
Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, si ha
riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.”
L’abolizione della XII Disposizione finale della Costituzione darebbe la stura ad ogni congerie atta a riproporre, in modi e metodi diversi nell’apparenza ma uguali nella sostanza, la nascita/rinascita di qualsiasi formazione politica che si ispiri proprio a quei disvalori condannati per sempre nella Carta Costituzionale e che si rifanno all’ideologia fascista e nazista.
E’ quindi necessario reagire, nelle forme concesse dalla democrazia, a questo ulteriore tentativo di imbarbarimento della società civile, già sottoposta per altri aspetti ad un pericoloso declino che ne minano alle fondamenta la pacifica convivenza.
p. ANPI Gallarate
M. Mascella
6 Aprile 2011