Domenica 27 Ottobre 2024 – Commemorazione Mauro Venegoni
L’ANPI Gallarate ha partecipato con una sua Delegazione, come sempre, alla Commemorazione del Martire Mauro Venegoni, alla presenza di parenti del Martire stesso, di numerose Autorità civili, e di una numerosa e significativa partecipazione di studenti che hanno portato il loro contributo alla Manifestazione.
Relatore per l’orazione conclusiva, il Presidente di Anpi Provinciale Milano Primo Minelli.
Riproduciamo qui di seguito l’orazione pronunciata dal Sindaco di Legnano Lorenzo Radice, che ci è giunta tramite mail:
“Buongiorno, un saluto alle autorità e a tutti i presenti, e in particolare ai giovani degli istituti scolastici del territorio e ai componenti del consiglio comunale dei ragazzi di Cassano Magnago. Oggi abbiamo l’onore, ma dico anche la responsabilità di celebrare tutti insieme un momento storico: gli ottant’anni dall’uccisione di Mauro Venegoni da parte delle squadracce fasciste. È un appuntamento rituale per le forze democratiche del nostro territorio: tre Comuni, i rappresentanti di Anpi e, presenza estremamente gradita e significativa, voi ragazzi, ossia il futuro e la speranza delle nostre comunità si danno appuntamento al cippo di Mauro Venegoni per ricordare il suo sacrificio.
Io, oggi, per parlare della figura di Mauro Venegoni, non voglio però farvi una lezione di storia. Ne parlerò partendo dai valori che erano suoi e che hanno dato vita a uno dei frutti più belli della Resistenza e della Lotta di Liberazione: la nostra meravigliosa Costituzione. La Costituzione è antifascista non perché dice che non vogliamo mai più i fascisti (certamente anche per questo), ma perché, con essa, il popolo italiano ha ripudiato i 3 pilastri, i 3 elementi costitutivi del fascismo: l’idea che la violenza e la guerra potessero risolvere i problemi della nostra nazione; che il potere assoluto (ossia slegato dai controlli) nelle mani di un solo uomo sarebbe stato il modo migliore per avere uno stato efficiente e funzionale; che gli esseri umani non sono tutti uguali e non hanno pari dignità (e quindi che possiamo tempo per tempo discriminare qualcuno). Di fronte a questi 3 cancri che hanno dato vita al fascismo, la Costituzione ha opposto il ripudio della guerra e dell’uso della violenza; il potere nelle mani del popolo ma sempre limitato (persino per il popolo, che lo esercita nei limiti e nelle forme della Costituzione… altro che populismo, parola che da sola è una bestemmia contro la nostra carta e contro i valori del nostro patto sociale!); l’uguaglianza nei diritti e il dovere dello Stato di garantire a tutti la possibilità di dare pieno compimento alla propria persona umana, valorizzando le differenze.
Oggi allora chiediamoci cosa fare quando la pace, le istituzioni e le regole democratiche e l’uguaglianza tra le persone sono messe sotto attacco.
Partendo da qui, una sorta “call to action”, voglio parlarvi di Mauro Venegoni: non del partigiano che, con il suo gesto, ha guadagnato una medaglia d’oro al valor militare, ma pensando all’uomo, proprio come ha fatto Renata Pasquetto nel suo bellissimo libro “Mauro Venegoni e i suoi fratelli”, un libro che vi invito a leggere.
Voglio parlare dell’uomo perché, in questo modo, Mauro sia più vicino a noi, anzi sia uno di noi; noi, persone che nella vita devono fare delle scelte, devono decidere se schierarsi e dove schierarsi, devono decidere se essere protagonisti o spettatori, devono decidere se prendersi cura di quello che succede nel mondo, a partire dalla comunità in cui vivono, o se -come diceva uno dei più famosi slogan fascisti, “me ne frego” – fregarsene e tirare dritto.
Per questo propongo a voi, ragazzi, un esercizio di immaginazione: cosa farebbe oggi Mauro Venegoni? Noi sappiamo che è stato un giovane prima e un uomo poi con convinzioni molto forti, convinzioni che non barattava sia nell’attività sindacale, sia nella vita del partito, cui aveva aderito ma sempre in modo critico, perché il suo pensiero era libero.
Vi chiedo, e mi chiedo: come la penserebbe sui grandi temi dei nostri giorni? E come si comporterebbe?
Forse si batterebbe per le grandi questioni ambientali che tutti dicono di avere a cuore, ma che, tanti, troppo spesso, decidono di rinviare perché c’è sempre qualcosa di più importante? Cosa direbbe di questa mancanza di coraggio e di onestà intellettuale che fabbrica continuamente scuse per non fare quello che è ormai indispensabile al pianeta per assicurarsi un futuro? Cosa direbbe di fronte a chi dice, facendo un piccolo e banale esempio, “io sono per l’ambiente ma le piste ciclabili qui, davanti a casa mia, proprio qui, non vanno bene”?.
Cosa direbbe vedendo persone abbandonare il loro Paese in cerca semplicemente di una vita decorosa, umana per fuggire da una guerra, dalla povertà, dalla mancanza di futuro, e attraversare un deserto, subire violenze, spendere i risparmi di una vita per imbarcarsi e rischiare la vita in mare ed essere respinti, o finire sotto osservazione per giorni e poi abbandonati a se stessi? Cosa direbbe di fronte alla follia di un continente che respinge persone di cui ha bisogno, non fosse altro che per fare lavori che noi italiani non vogliamo fare più o per i quali semplicemente non bastiamo più, perché facciamo troppi pochi figli? Cosa direbbe Venegoni sentendo al telegiornale di persone che in estate muoiono sotto il sole raccogliendo pomodori per cinquanta centesimi all’ora? Cosa direbbe vedendo un’Italia dove si dividono le persone di serie A e di serie B? Dove i figli di chi è immigrato, benché nati e cresciuti qui, nonostante frequentino la scuola italiana, mangino italiano, parlino italiano, respirino e sognino italiano, non hanno gli stessi diritti dei loro compagni italiani? Come avrebbe reagito Mauro a sentire un rappresentante dello Stato che di fronte alla morte di un ragazzo immigrato, pubblicamente si sente libero di scrivere che “non ci mancherà”? La vita, quando se ne va, manca sempre a chi rimane: di qualsiasi colore sia la pelle e di qualsiasi reato possa essersi macchiata la persona! Eccolo l’odio e l’esaltazione della violenza; ecco l’idea che non siamo tutti portatori di una stessa dignità umana; ecco i virus che ritornano; quelli contro i quali Mauro, i partigiani resistenti e poi i Padri Costituenti hanno messo uno stop con la Repubblica e la Costituzione!
Come reagirebbe Mauro di fronte a delle svastiche disegnate di notte nel parco di una cittadina della provincia calabrese intitolato a Gianni Rodari, o di fronte alle manifestazioni neofasciste nell’anno 2024? Forse dubiterebbe? Penserebbe di aver sbagliato, che non era il caso di sacrificare la vita per liberare l’Italia dal fascismo, visto che qualcuno rimpiange ancora quell’Italia?
Io penso che si girerebbe a guardare voi giovani: e non vedrebbe solo dei ragazzi, voi; ma guarderebbe dentro i vostri occhi (quegli occhi che a lui son stati cavati dai nazifascisti in segno di disprezzo). E leggerebbe la speranza e la voglia di continuare a battersi per voi che in una domenica mattina di fine ottobre, ottant’anni dopo la sua morte, avete deciso di impiegare il vostro tempo libero per venire davanti alla sua tomba per dedicargli un pensiero o una riflessione. Vi inciterebbe a combattere, per i vostri amici e compagni che oggi non sono qui; per quelli che non possono o non vogliono più studiare; per quelli che non hanno i vostri diritti e le vostre possibilità; per quelli che hanno deciso di ritirarsi in una cameretta e non ne escono più per paura o depressione; per quelli arrabbiati contro tutto e tutti al punto da rifugiarsi nella violenza o nelle droghe; per quelli più poveri, per quelli più fragili. Vi direbbe di combattere e di farlo con le armi più potenti che lui e chi con lui ha fatto la Resistenza ci hanno lasciato: il pensiero libero; la parola e il grido quando serve; la partecipazione; il voto.
Oggi io non ho le risposte alle domande che Mauro vi avrebbe fatto. E se anche le avessi non voglio dare io delle risposte: oggi io vi lascio le sue, le mie domande perché siate voi a costruire le vostre risposte e le vostre azioni successive.
Io credo, però, di sapere come sarebbe il volto di Mauro Venegoni se fossi qui oggi: sorridente, con lo sguardo proiettato al futuro e il cuore colmo di gioia e gratitudine verso di voi.
Grazie Mauro, grazie ragazzi, grazie all’ANPI per averci radunato qui anche quest’anno!”
Lorenzo Radice
Sindaco di Legnano
27 Ottobre 2024
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