80° DELLA LIBERAZIONE – 25 APRILE 2025 A GALLARATE

80° DELLA LIBERAZIONE – 25 APRILE 2025 A GALLARATE

Anpi Gallarate, nell’ambito delle iniziative per le celebrazioni dell’80° Anniversario della Liberazione, e pertanto “intorno” al 25 Aprile, ha organizzazto alcuni eventi, tra i quali un concerto con musica e parole in collaborazione con “Il Melo Onlus” di Gallarate, dal titolo “Voci Ribelli”, tenutosi la sera del 24 Aprile nella sala PLANET del Melo:

 

Il mattino del 25 è stato dedicato ovviamente alla celebrazione del 25 Aprile: giornata straordinaria, baciata da uno splendido sole e una altrettanto splendida numerosissima partecipazione di popolo, che ha sfilato in Corteo per le vie cittadine dopo le conclusioni delle celebrazioni ufficiali indette dall’Amm. Comunale, ridotte ormai al lumicino dal Sindaco Andrea Cassani da qualche anno a questa parte.

Al termine della S. Messa officiata da Mons. Riccardo Festa, ci si è soffermati davanti la TOMBA DEL PARTIGIANO E DEI DEPORTATI, recentemente restaurata dalla Ditta “Gasparoli S.r.L.” che qui ancora una volta ringraziamo.

Il Corteo ha percorso il tragitto che da sempre, nella Città di Gallarate, ripropone il rito che il 25 Aprile suggerisce con una apposita Legge del 1949: LA FESTA DELLA LIBERAZIONE.

Al Monumento  ai caduti di tutte le guerre il Pres. di Anpi Gallarate M. Mascella e la V.Pres. Guja Baldazzi hanno deposto la corona d’alloro di Anpi, accompagnati dalla banda musicale della Filarmonica di Verghera.

Il Corteo ha quindi proseguito verso la destinazione finale e naturale, in Largo Camussi. Qui, dopo alcune frasi introduttive del Pres. Mascella, che invitava chi avesse voluto ad eventuali interventi, e dopo aver ringraziato le forze dell’ordine per il servizio egregiamente svolto, tra cori gioiosi e del tutto “sobri”, si è data la parola al Relatore di Anpi, il Dr. Niccolò Rinaldi, per la sua prolusione, che qui di seguito riproponiamo integralmente:

25 APRILE 2025

Buongiorno a tutti e buona Festa della Liberazione. Cercherò di fare un discorso il più sobrio possibile.

Quando mi hanno chiesto di parlare qui, non ho accettato subito e, fondamentalmente, per due motivi.

Il primo è che la Liberazione non è uno scherzo: oggi ricordiamo quel giorno in cui la storia d’Italia si è ricomposta.

Il secondo è che ho dovuto lottare e trattare con quella voce interiore che, credo, abbiamo in molti, e che ci dice che, tutto sommato, è meglio stare a casa a coltivare il proprio orticello e i propri interessi.

In fondo, stare zitti, non esporsi, rimanere comodi, sono tentazioni fortissime. La nostra vita è già piena di problemi, sicché decidere di stare sul divano a guardare un film, leggere un libro, andare a fare una passeggiata o semplicemente non fare niente sono tutte attività allettanti, una meritata pausa dalla vita che ci mastica ogni giorno.

Il problema, mi sono detto, è che, mentre io sto fermo, gli altri (giustamente, aggiungo), si muovono.

E io non voglio trovarmi fra qualche anno a chiedermi quand’è che le cose hanno cominciato ad andare in una direzione diversa da quella che avrei voluto io.

Perché è questo è il problema quando si sta zitti e ci disinteressa del mondo circostante.

In fondo, tacere, è stato quello che ha fatto la maggioranza di italiani poco più di un secolo fa quando, fra due minoranze in lotta fra loro, ha scelto di non decidere e rimanere alla finestra a guardare consegnando nei fatti l’Italia, uno Stato e un Popolo sicuramente diversi da quelli di oggi ma poi nemmeno troppo, alla chiassosa minoranza fascista. Quattro gatti che, nel silenzio attorno, si sono illusi che i propri miagolii fossero ruggiti.

Sono serviti vent’anni prima che l’Italia fascistizzata si sgretolasse. Che la maschera monolitica del Regime si sgretolasse contro la dura realtà. A posteriori, non dovrebbe sorprendere perché quello fascista era un sistema tanto brutale quanto fragile, che aveva bisogno della violenza per reprimere il dissenso e della menzogna per anestetizzare le masse. Aveva imposto una dittatura che avrebbe voluto plasmare una nazione a sua immagine e somiglianza e che, ironia della sorte, ci è riuscita così bene che ha istruito una generazione di giovani che ha maturato dentro di sé ideali di libertà e democrazia e ha combattuto per esse.

In molti hanno pagato il prezzo più alto per farla finita con quel Regime e anche la Storia di Gallarate porta degli esempi tanto della vigliaccheria fascista che di giovani, nati negli anni Venti del Novecento, che hanno combattuto.

Penso ad Angelo Pegoraro, ammazzato mentre andava a trovare la madre dopo essere entrato in clandestinità, a Giancarlo Praderio, che dovette scavarsi la fossa prima di finirci dentro, o a Luciano Zaro, freddato mentre si metteva un cappotto. Penso pure a Guido Camussi, classe 1918, ufficiale di cavalleria che non aderì alla Repubblica Sociale Italiana e che, catturato dopo uno scontro a fuoco, venne ammazzato dai nazifascisti.

La Liberazione ricorda sicuramente loro, quindi: i morti. Ma dovrebbe spingere tutti noi ad apprezzare anche e soprattutto il regalo che ci hanno fatto e che festeggiamo oggi. Hanno dato la vita, un bene dal valore assoluto, perché noi potessimo vivere in un mondo diverso da quello che avevano conosciuto loro.

Non vorrei però dimenticare un altro elemento che penso sia importante sottolineare: quella della Liberazione è una festa che, certo, è un momento solenne di memoria ma, forse ancor di più perché è una festa, dovrebbe essere un giorno di divertimento e felicità condivisi.

Allora ho pensato che se non è così, se siamo, anno dopo anno, a polemizzarci addosso perché c’è chi ritiene che quel sacrificio sia stato sbagliato, che dice che “anche Lui ha fatto cose buone”, che alla fine “il Fascismo sì, ma anche i Partigiani eh!”, la verità è che non abbiamo fatto i conti con il passato. Ci sono persone che, magari per ricordo atavico, ritengono di dover difendere le parti dei propri genitori, dei nonni  delle nonne che si schierarono da quella che dopo ottant’anni non dovremmo avere problemi a dire che era la parte sbagliata.

La parte giusta era quella che ha riconsegnato l’Italia agli Italiani, che saranno anche litigiosi e pasticcioni ma che quando hanno potuto hanno deciso per la Repubblica contro la Monarchia e che hanno scritto una Costituzione che ha saputo ispirare anche quelle di altri Paesi (per dirne uno, la Spagna, qui a fianco). In fondo, quegli Italiani, siamo tutti noi e può essere quasi straniante vedere come alcune caratteristiche permangano nonostante il passare del tempo e delle generazioni.

Chiudo con parole non mie:

“La Costituzione è un buon documento, ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la Resistenza continua.”

E allora, aggiungo io, che la Resistenza continui.

Buon Venticinque Aprile a tutti.

Niccolò Rinaldi

25 Aprile 2025

Nel pomeriggio, alle ore 17.00, presso la Sede di Anpi, si è inaugurata la MOSTRA D’ARTE a tema “l’80° Anniversario della Liberazione”, concertata con la Pro Loco e con le Associazioni 3 A e BLAUE RETTER, alla quale hanno partecipato numerosi cittadini, e la curatrice della Mostra stessa, la Prof.ssa  LARA SCANDROGLIO.

Per le foto e video, clicca qui

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